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I raffrescatori evaporativi industriali permettono di rinfrescare ambienti anche di grandissima metratura, utilizzando un principio fisico semplice ed efficace, senza utilizzare gas refrigeranti né grandi quantità di energia elettrica. Proprio l’assenza di gas refrigeranti e di uso massivo di energia elettrica rendono il processo di raffrescamento fortemente dipendente da alcuni fattori esterni, primo tra tutti l’umidità relativa dell’aria, e in secondo luogo la temperatura della stessa.

Nel calcolo del possibile raffreddamento ottenibile con uno di questi dispositivi deve anche essere tenuta in conto la dimensione del locale da rinfrescare. Insomma: non esiste una risposta univoca, perché un raffrescatore posto ad operare su aria esterna secca e calda sarà molto più efficiente rispetto ad uno costretto ad operare su aria ugualmente calda, ma molto carica d’umidità. Vediamo ora, più nel dettaglio, i possibili risultati offerti dai raffrescatori in vari scenari, definendo anche gli scenari di massima efficienza.

Quanto raffredda un Raffrescatore?

Come accennavamo poco sopra, l’efficienza dei raffrescatori evaporativi è fortemente dipendente dalle condizioni climatiche esterne. Il raffrescatore evaporativo si basa sul principio fisico secondo cui l’evaporazione sottrae calore: perciò, è semplice intuire come un flusso di aria estremamente secca e calda sia molto più semplice da raffreddare rispetto ad un flusso d’aria molto caldo, ma già carico d’umidità. Indicativamente, grazie al passaggio in un raffrescatore evaporativo, un flusso d’aria calda a 35°C con un grado di umidità relativa attorno al 30% potrà raffreddarsi di circa 12°C, immettendo nell’ambiente da raffreddare un flusso d’aria la cui temperatura è pari a 23°C circa.

Con l’aumentare del tasso di umidità relativo, il tasso di efficienza si abbasserà. Infatti, il flusso d’aria calda potrà caricarsi di una quantità minore di umidità, raffreddandosi complessivamente di meno. Questo sistema è estremamente efficiente da punto di vista energetico: raffreddare un locale di circa 200 metri quadri ha un consumo di circa 960 W, se il macchinario viene impostato alla massima velocità, ossia circa l’80% in meno rispetto a un condizionatore d’aria tradizionale.

Riassumendo, più la giornata sarà calda, e soprattutto secca, più l’efficienza del raffrescatore evaporativo sarà elevata. A causa di questa dipendenza dal clima esterno questo tipo di macchinario non può offrire prestazioni stabili durante tutto l’arco dell’anno; però, nonostante le piccole variazioni in termini di efficienza nel raffreddamento, i raffrescatori evaporativi sono comunque in grado di rendere più confortevole la permanenza, anche prolungata, nell’ambiente, che sia un centro commerciale, un ospedale o una fabbrica.

Come funziona il raffrescatore evaporativo

Come accennavamo poco sopra, questo macchinario ha un funzionamento basato su un semplicissimo principio fisico: ossia, quello secondo cui l’evaporazione è in grado di sottrarre calore. Il raffrescatore evaporativo convoglia, quindi, l’aria calda all’interno di un ambiente ad alto tasso di umidità, all’interno del macchinario. Qui, l’aria calda cede il proprio calore all’acqua, e si raffredda. Questo flusso di aria raffreddato e ricco di umidità, fresco e confortevole per le vie respiratorie, verrà in seguito convogliato all’interno dell’ambiente da raffreddare grazie a un semplice sistema di ventole.

Si tratta di una tecnologia che, come è semplice intuire, ha un dispendio energetico davvero minimale. L’energia elettrica impiegata è infatti dedicata unicamente al funzionamento delle ventole, e come accennavamo sopra, il consumo di circa 960 W è paragonabile a quello di un asciugacapelli. L’altro elemento indispensabile per il funzionamento di questo sistema è l’acqua: ma sarà sufficiente ricordarsi di verificare il livello del serbatoio dedicato a cadenze regolari.

Questo sistema di raffreddamento ambientale permette di ottenere un flusso d’aria fresca proveniente dall’esterno, in maniera continuativa. L’aria presente all’interno dell’ambiente non sarà riciclata, anzi: è perfino consigliabile tenere le finestre o le porte dell’ambiente da raffreddare aperte, in maniera da consentire una corretta espulsione dell’umidità in eccesso. Si tratta, dunque, di un sistema di raffrescamento particolarmente indicato in questo particolare periodo storico, in cui l’arieggiare gli ambienti è di fondamentale importanza per poter limitare il contagio da Covid-19.

 

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