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Godere di una temperatura ottimale sul posto di lavoro aiuta a stare bene e consente di essere efficienti e produttivi. Il dibattito però su quale sia quella ideale non trova tutti d’accordo: mentre l’OMS sostiene che debba essere tra i 18°C e i 24°C, l’INAIL raccomanda che i termometri registrino tra i 18°C e i 22°C 

Nel periodo estivo, invece, viene consigliata una differenza rispetto all’esterno che non deve essere maggiore di 7°C. Se volgiamo la nostra attenzione all’estero possiamo vedere che la Gran Bretagna auspica una temperatura minima di 13°C per i lavori pesanti e di 16°C (sempre come temperatura minima) per occupazioni che non impegnano fisicamente. 

Perché usare il raffrescatore anche in inverno 

Sicuramente è nota la funzione dei raffrescatori nel periodo estivo, come alternativa ai tradizionali sistemi di raffrescamento, mentre potrebbe sembrare singolare pensare di utilizzarli in inverno. In realtà oggi vogliamo proprio parlare delle funzioni che svolgono nella stagione fredda questi macchinari di ultima generazione e di come possono essere impiegati con profitto in molte situazioni lavorative.  

Chi lavora negli allevamenti, nei capannoni industriali o nelle cucine si trova spesso in ambienti dove le temperature elevate rendono meno facile la prontezza mentale e richiedono al fisico uno sforzo notevole perché mantenga il suo equilibrio termico. Se per ovviare a questo problema si decide di utilizzare i condizionatori si avrà una bolletta esorbitante e quindi non è una soluzione adottabile. Anche aprire porte e finestre in pieno inverno non è l’ideale.  

Noi, in questi casi, consigliamo di utilizzare i raffrescatori industriali sia perché il consumo energetico è ridotto sia perché permettono di regolare l’umidità e la temperatura in modo ecologico. I raffrescatori si basano sul sistema adiabatico, già noto nell’antichità, che sfrutta l’aria e l’acqua creando un clima salutare senza provocare dannosi sbalzi termici.  

Ma come funziona il raffrescatore evaporativoMunito di una ventola, la tecnologia attira l’aria esterna che passa attraverso un pannello bagnato attuando uno scambio di calore che la rinfresca. 

Troppa umidità o troppo poca: rimediare con il raffrescatore 

Uno dei problemi che si crea nelle cucine, a causa dei fornelli sempre accesi, è l’elevata umidità che, oltre ad essere dannosa quando è eccessiva, aumenta il fastidio dell’alta temperatura. L’umidità di alcuni ambienti lavorativi non è però l’unico problema, perché ne esiste anche uno opposto: i termosifoni accesi rendono secca l’aria e provocano danni alle vie respiratorie 

Sia dove l’umidità è eccessiva che dove l’aria è secca, si può rendere salubre l’ambiente portando il tasso di umidità ad un valore compreso tra il 40% e il 60%: sotto al 40% il clima è troppo secco e aumentano i virus e i batteri, mentre sopra al 60% si formano muffe e vengono favorite le allergie. Utilizzare un raffrescatore evaporativo significa emettere la quantità di umidità necessaria ad avere un clima ottimale.  

Si tratta di un sistema ecologico che permette di respirare aria pulita, a differenza dei condizionatori che invece la riciclano. Per i grandi ambienti lavorativi il vantaggio è che i raffrescatori, opportunamente dimensionati, possono agire su ampi spazi, sono quindi indicati anche per superfici estese come gli ambienti industriali al fine di ottenere un maggior benessere e un miglior rendimento operativo. 

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